“Per una Consulta possibile”
Relazione del
Segretario Dino Calderone
all'Assemblea di
Consulta del 10/09/2012
Ogni assemblea di Consulta (ne abbiamo fatte
finora in tutto 9) è una preziosa occasione
di incontro e dialogo, ma certo dopo due
anni e mezzo, a metà cammino quindi, il desiderio
di un confronto più approfondito si avverte.
Nessuna pretesa di tentare un bilancio anche
parziale, ma solo poche riflessioni sul tema
decisivo della partecipazione. La Chiesa
ci ha affidato la Consulta come strumento
per educarci a una cattolicità e diocesanità
sempre più piene e a una identità come singole
aggregazioni meno autoreferenziale.
Ripercorro rapidamente alcuni momenti di
questi anni. Abbiamo dedicato i primi tempi
a dotare la Consulta di quegli strumenti
previsti dallo Statuto e creare così i presupposti
per poter operare con maggiore efficacia
(l'efficacia a differenza dell'efficienza
è una categoria spirituale che non possiamo
ignorare). Le Commissioni, lo ricordo, sono
sei: Salvaguardia del creato e nuovi stili
di vita, Impresa e lavoro, Cittadinanza-sussidiarietà-inclusione
sociale, Biblico liturgica, Memoria e tradizione,
Comunicazioni sociali. Per la prima volta
nella sua vita la Consulta ha un Amministratore,
Angelo Trovato, che si occupa tra l'altro
(è lui che prepara la newletter) con molto
tatto di riscuotere le quote di adesione
che ci hanno permesso di autofinanziarci
senza chiedere aiuto a nessuno.
Che cosa abbiamo realizzato in questo periodo?
In estrema sintesi: partecipazione, nella
qualità di segretario della consulta, al
gruppo di lavoro pastorale (“Tre giorni”
estiva di Antillo e incontri durante l’anno),
voluto dal nostro vescovo, che da tre anni,
per la prima volta in diocesi, vede il coinvolgimento
stabile di un laico; comunicazione di una
relazione presentata in Consiglio Pastorale
diocesano; collegamenti e riunioni con CDAL
Regionale e Nazionale; Newsletter periodica;
Festa con il Vescovo in occasione del suo
ingresso in diocesi, momenti liturgici di
Veglia in Avvento, Via Crucis in Quaresima,
a Giampilieri, per sottolineare la solidarietà
con gli abitanti delle zone colpite dal disastro
ambientale nel 2009 e quest'anno in città
con il mondo del lavoro; veglia di Pentecoste,
con Migrantes, presieduta dal Vescovo.
Questi momenti, tutti molto partecipati come
sappiamo, sono stati preparati e animati
in maniera impeccabile dal gruppo biblico
liturgico coordinato da Andrea Pinesi. Grazie
alla commissione “Salvaguardia del creato
e Nuovi stili di vita”, coordinata da Tony
Caltabiano, abbiamo maturato l'adesione alla
rete interdiocesana nazionale nuovi stili
di vita. La collaborazione con gli uffici
diocesani, con i quali la Consulta si interfaccia
ordinariamente, è cresciuta e, grazie al
sostegno del Vicario p. Carmelo, alcune incomprensioni
sono state superate.
Alle assemblee di Consulta partecipano mediamente
poco più di venti rappresentanti di aggregazioni
(circa la metà degli aderenti). La cosa che
fa più pensare è che alcune aggregazioni
non hanno mai preso parte ad alcun momento,
anche se tutti i responsabili sono stati
contattati e raggiunti, almeno un paio di
volte telefonicamente, per favorire la partecipazione.
Per Statuto le aggregazioni hanno il diritto
di partecipare e quindi di essere convocati,
ma hanno anche il dovere di partecipare e
di fare sapere, con comunicazione scritta
possibilmente, quando non possono essere
presenti. Non è un fatto burocratico, ma
un'esigenza di comunione. Prima di mettere
in atto norme per la decadenza di chi non
partecipa per tre volte consecutive, come
già prevede lo statuto del Consiglio Pastorale
diocesano, si deve riprovare e tentare ancora,
stimolando se possibile la partecipazione
di tutti. Per fare ciò non basta la tecnologia
informatica. Occorre l'incontro diretto,
il tradizionale ma insuperabile faccia a
faccia. Ringrazio Lino Tortorella dell’ordine
francescano secolare che ha proposto una
segreteria che collabori per questo servizio.
Ma anche da chi è più presente alle assemblee
vengono espresse difficoltà. Un anno fa qualcuno
fece notare l'impossibilità di fare partecipare
la propria aggregazione a tutti i momenti
proposti dalla Consulta e aveva immaginato
forme di comunicazione, per favorire comunque
il confronto fra tutti, che non sono state
ancora realizzate. Infine, sulle presenze
dei rappresentanti in Assemblea non ci sarebbe
niente di male se chi ha dato la disponibilità
a rappresentare la propria aggregazione,
due anni e mezzo fa, chiedesse adesso di
essere sostituito perchè non ha più tempo
da dedicare alla Consulta. Che cosa fare
allora per rianimare le assemblee di Consulta
che a me, almeno finora, sono sembrate poco
vivaci? Demetrio Chiatto del Rinnovamento
dello Spirito propone una sede come luogo
d’incontro per conoscersi e condividere meglio
il vissuto ecclesiale, sociale e civile.
Quotidianamente, nel mondo di cui anche noi
cattolici facciamo parte, ci si scontra per
il potere, il successo, la carriera, i soldi,
il sesso, ma pare che di questi temi si possa
discutere dappertutto, meno che in Consulta.
A chi la facciamo credere che come laici
cattolici messinesi siamo del tutto estranei
alle vicende mondane? Io, per esempio, ci
sono dentro fino al collo e sarei felice
di potermi confrontare con altri non solo
sulla gioia di credere, ma anche sulla fatica
di vivere oggi da cristiani. Ma anche sui
problemi cittadini e di etica pubblica siamo
indietro. La città sta letteralmente sprofondando,
possibile che come laicato organizzato non
siamo in grado di dare un giudizio e di trovare
parole, per quanto possibile unitarie, su
cosa pensiamo e vogliamo fare a Messina?
Esprimere liberamente e pubblicamente le
proprie idee è una delle caratteristiche
dell’opinione pubblica nella società moderna.
Anche la Chiesa necessita dell’opinione pubblica;
la Chiesa, infatti “è un corpo vivo, e mancherebbe
qualcosa alla sua vita se le mancasse l’opinione
pubblica: e di tale mancanza il biasimo ricadrebbe
sui pastori o sui fedeli” (Pio XII, Messaggio
al terzo Congresso mondiale della Stampa
cattolica, 17 febbraio 1950). Il Concilio
Vaticano II ha recepito questa esigenza e
nella Costituzione sulla Chiesa (Lumen Gentium)
al numero 37 riconosce ai laici: “la facoltà,
anzi talora anche il dovere, di far conoscere
il loro parere su cose concernenti il bene
della Chiesa”. Come sviluppare allora la
capacità di fare opinione pubblica a Messina?
Scusate la franchezza, ma se non viviamo
la Consulta come palestra di confronto interno
che possibilità avremo di portare anche all'esterno
(dibattiti pubblici, e mass media in genere)
i problemi che ci stanno più a cuore: vita,
famiglia, diritti umani, giustizia sociale?
Guido Di Bella dei cooperatori salesiani
propone iniziative pubbliche su questi temi.
Considero, in questo senso, l'occasione di
confrontarsi sulla lettera del nostro vescovo,
qualche mese fa in assemblea, un'occasione
sprecata di cui ancora oggi non riesco a
comprendere le ragioni. Un modo per ricordare
il Concilio, di cui fra un mese ricorrono
50 anni dall'inizio, sarebbe quello di realizzare
momenti formativi, come proposto da Luigi
D’Andrea, del Meic e da Mariagrazia Lojacono
dell’Avulss. La Consulta ha deciso di partire
dal primato della Parola di Dio e dalla liturgia
perchè nell'assemblea liturgica ci ritroviamo
tutti e perché solo dalla preghiera può nascere
la spinta a un maggiore impegno verso gli
altri. Il rapporto fra evangelizzazione e
dottrina sociale infatti non è eludibile:
la dottrina sociale “ha di per sé il valore
di uno strumento di evangelizzazione” (Giovanni
Paolo II Centesimus annus 54). Per i padri
della Chiesa l'esperienza liturgica deve
essere penetrata da una conoscenza spirituale
che trae alimento dalla parola di Dio contenuta
nelle Sacre Scritture. E' la cosiddetta mistagogia
ovvero l'iniziazione ai misteri di Cristo.
“La liturgia, e in particolare l'eucaristia,
deve diventare anche la fonte di una vita
rinnovata: l'azione liturgica cui i fedeli
sono resi degni di partecipare plasma, purifica
e rinnova le azioni della vita quotidiana,
sia individuale che sociale. E' costante
preoccupazione dei padri far percepire le
ricadute etiche di tutto ciò che si compie
in chiesa durante la liturgia eucaristica”(
d'Ayala Valva Luigi (a cura di) “Entrare
nei misteri di Cristo”, Edizioni Qiqaion,
2012, p. 31)
Dino Calderone